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Come sarà il Vecchione 2025: una fenice trans che si muove. Video

Bologna, 16 dicembre 2025 – E’ ancora soltanto un modellino eppure ha sollevato una incendio di polemiche: la Vecchiona transfemminista ideata da Fumettibrutti, nome d’arte di Yole Signorelli, non è certamente passata inosservata.

Mercusio, come si chiama l’opera, è stata presentata oggi: sarà il primo Vecchione che si muove (grazie a un meccanismo meccanico con cui spiegherà le ali) ed è una fenice trans. Ecco, dunque, il pezzo forte della tradizionale festa Capodanno in piazza Maggiore, durante la quale Bologna dirà addio al 2024, bruciando simbolicamente il passato, e spalancherà le porte al 2025.

Per dire addio al 2024 e dare il benvenuto al 2025, l’artista (insultata a metà novembre a una fermata dell’autobus) immagina un vecchione con fattezze femminili, com’è d’uso negli anni bisestili, che rappresenta una figura mitologica a difesa delle diversità.

Perché una fenice Cos’è il Vecchione Come nasce la tradizione L’opposizione: sgomenti, tradizione cancellata Perché una fenice

“Mercurio, la Fenice”, questo il nome dell’opera, sarà alta circa 6-7 metri, e rappresenta l’augurio di riuscire a rinascere sempre dalle proprie ceneri, esattamente come la creatura mitologica presente in tantissime favole. Rosa e con i capelli argentati, la fenice Mercurio brucia, risorge e apre il baule azzurro sul quale è poggiata, per trasformare la società in uno spazio dove ognuno può esprimere la propria unicità, nessuno escluso.

Mercurio la fenice porta al collo una nuova chiave per indagare al suo interno: è uno dei classici simboli della lotta transfemminista. La fenice brucia solo per risorgere e così facendo, apre il baule trasformando la società in uno spazio multicolore dove ogni persona può esprimere la propria unicità, nessuno escluso.

“È un lavoro che nasce dalla mia fantasia e dai libri e dalle favole che leggevo da bambina. Ho voluto che fosse adatto anche ai più piccoli, e per questo ha quei grandi occhi in stile manga”, spiega Fummettibrutti, che si sofferma sulla collana con il simbolo transfemminista: “Mi piacerebbe che chi non lo conosce si domandasse cosa rappresenta e fosse spinto a scoprirne il significato. Per me, questo è davvero importante.”

Un messaggio sostenuto anche da Matteo Lepore: “Abbiamo scelto quello di cui si parla in città e nel mondo, ogni anno un’artista reinterpreta il nostro vecchione e Fumettibrutti ha voluto proporci un tema coraggioso, attorno al quale la comunità può riflettere”, ha concluso il sindaco.

La realizzazione della fenice è affidata alla ditta scenotecnica Officine Contesto di Nonantola.

Cos’è il Vecchione

Da molti anni a Bologna, il passaggio dal vecchio al nuovo anno viene scandito dal rogo del Vecchione (in dialetto Vciån), la gigantesca scultura che a mezzanotte precisa viene bruciata in piazza Maggiore. Simboleggia l’anno vecchio, che viene bruciato come per volersi disfare dalle sue brutture e fare posto alle cose belle che il nuovo anno porterà. Il Vecchione, da tradizione, è un fantoccio di cartapesta con le sembianze di vecchio, ma diventa femminile negli anni bisestili come il è proprio il 2024. Per anni i bolognesi hanno potuto portare in piazza anche vecchi oggetti personali perché venissero buciati nel rogo.

Come nasce la tradizione

Nell’Ottocento, il vecchione veniva bruciato nel periodo di Carnevale, mentre la tradizione del rogo allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre risale al 1922 o al 1923, quando viene bruciato per la prima volta in piazza Maggiore, nella notte di San Silvestro, un Vecchione, che rappresenta l’anno appena trascorso. La tradizione è stata portata avanti, arricchendola con l’apporto di artisti che si sono succeduti negli anni nell’ideazione del maxi fantoccio, ed è stata dolorosamente interrotta soltanto durante le restrizioni causate dal Covid.

L’opposizione: sgomenti, tradizione cancellata

“Il Vecchione 2025 ci lascia sgomenti – tuona Giulio Venturi, Consigliere comunale Lega –. Mentre Lepore e sodali portano in piazza uno dei classici simboli della lotta transfemminista la città si interroga fino a che punto le tradizioni verranno cancellate a favore di fantomatiche politiche progressiste. Il classico Vecchione rappresentava l’anno passato che andava arso a favore di un nuovo anno ricco di sogni, speranze ed aspettative per adulti e bambini. Cosa racconteranno ora i genitori ai loro figli dinnanzi a questa nuova installazione? E’ proprio vero che al peggio non c’è fine e dopo una città insicura e paralizzata da cantieri, perdere anche la propria identità è la cosa peggiore che ci potesse accadere”.

Boccia la vecchiona trans anche Fratelli d’Italia che etichetta la scelta come “accanimento ideologico e nocivo su certe tematiche, assolutamente divisive, e sul volere imporre a tutti i costi il pensiero di una sola parte politica a tutta la cittadinanza”. E aggiunge: “Il capodanno dovrebbe essere un momento di festa comune, non l’ennesimo motivo di scontro e polemiche che, evidentemente però, piacciono tanto a questa Giunta e a chi la guida”.

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